

Il giorno delle streghe
Per i Gesuiti del Settecento, il nome degli illuminati derivava da Lucifero, nel senso di portatore di luce. A qualcuno suonò strana la scelta del primo maggio, per fondarne il Movimento: quello nei tempi antichi era considerato il giorno delle streghe.
Ma Weishaupt non aveva nulla a che fare con diavoli e spiriti. Agli occhi dei cattolici egli era un fenomeno odioso alla natura, ateo senza rimorsi, ipocrita profondo, senza nessuno di quei grandi talenti che danno alla verità dei celebri difensori.
Egli possedeva tutti i vizi e tutto l’ardore che danno dei grandi cospiratori all’empietà e all’anarchia. Nemico della luce era simile al gufo sinistro, che il sole istupidisce e che svolazza all’ombra della notte.
Questo malvagio sofista non sarà noto nella storia se non come il demonio, per il male che ha fatto e per il male che progettava di fare.
(Agostino Barruel Memorie per la storia del giacobinismo, Londra 1797).
Riportiamo qui sopra un giudizio assoluto e implacabile contro Weishaupt. Lo pronunciò il gesuita Augustin Barruel (1741-1820). Egli si riferì a Weishaupt e alla sua dottrina, che, dal punto di vista dei contenuti, ricalcava gli insegnamenti di François-Marie-Arouet de Voltaire (1694-1778) e Jean-Jacques Rousseau.
Gesuiti esperti nell’arte del dominio
Per quanto riguarda invece la forma Weishaupt copiò le regole dei Gesuiti, la Massoneria e i simboli delle scienze occulte. Weishaupt considerava la società gesuitica una specie di società segreta. Nonostante le apparenze, quello era un Ordine religioso sui generis.
Nato dall’ideale cavalleresco di Sant’Ignazio di Loyola, s’era trasformato degenerando nel fatto storico ben noto di una congrega di pii machiavellici esperti nell’arte del dominio.
(Gianni Vannoni, Le società segrete dal Seicento al Novecento, Firenze, Sansoni, 1985).

Cfr. Libro di riferimento Luca Bianchini, Anna Trombetta Mozart Il flauto magico, Lecce, Youcanprint, 2018.
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