Le Riforme

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Clero e piccola nobiltà

Dopo l’esperienza della guerra dei Sette Anni, l’Austria aveva rischiato la bancarotta. Oltre al rafforzamento militare, doveva ristabilire un’economia efficiente e solida. Già Maria Teresa, non volendo gravare sulle classi povere e contadine, aveva preferito rivalersi sulle classi privilegiate della grande e piccola nobiltà e del clero, che fino ad allora non pagavano tasse, favorendo quelle sette e le correnti di pensiero che si opponessero ai gesuiti. La situazione era favorevole per organizzare nuove riforme.

Le riforme contro l’oppressione

Per Maria Teresa, sovrano riformista, i contadini, essendo la classe più numerosa, quella su cui poggiava il potere dello Stato, dovevano vivere in condizioni soddisfacenti. Occorreva fossero in grado di mantenere la loro famiglia e di far fronte alle spese, cui lo stato andava incontro in tempo di pace e di guerra. I signori spogliano senza alcuna pietà il contadino – scrive Maria Teresa – e siamo a conoscenza, ne abbiamo le prove, dell’oppressione tirannica sotto la quale geme la povera gente.

Le nuove riforme: Maria Teresa d'Austria, qui ritratta. pensa a risollevare il popolo dopo i disastri della guerra

Il fermo proposito di attingere più largamente alle ricchezze della nobiltà costituì il punto di partenza d’importanti trasformazioni sociali. Quando il governo rivolse la sua attenzione agli immensi averi della Chiesa, per cominciare le nuove riforme, le conseguenze non furono meno gravi e significative.

Le chimere

Scriveva Voltaire, nella lettera del 3 marzo 1767 a Federico di Prussia, che Ercole andava a combattere i malandrini e Bellerofonte le chimere. Osservava che a lui sarebbe piaciuto vedere degli Ercoli e del Bellerofonti liberare la terra dai malandrini e dalle chimere cattoliche. Il sovrano gli aveva risposto, lo stesso mese, suggerendo di distruggere gli asili del fanatismo. In tal modo il popolo sarebbe diventato un poco più indifferente e tiepido rispetto ai frati, ai loro conventi e alle loro superstizioni. Si tratterebbe – scrisse – di distruggere i chiostri o almeno di cominciare a sminuirne il numero. Questo momento è venuto, perché il governo francese e quello austriaco sono indebitati. Essi hanno esaurito le fonti dell’industria, per saldare i debiti senza riuscirvi. L’esca delle ricche abbazie e dei conventi ben dotati è proprio una tentazione.


Cfr. Libro di riferimento Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart Il flauto magico, Lecce, Youcanprint, 2018.

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Le Riforme di Maria Teresa d'Austria
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Le Riforme di Maria Teresa d'Austria
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Dopo l’esperienza della guerra dei Sette Anni, l’Austria aveva rischiato la bancarotta. Maria Teresa, non voleva gravare perciò sulle classi povere. L'articolo considera la situazione dal punto di vista degli illuminati di Baviera. Il governo francese e quello austriaco sono indebitati, e hanno esaurito le fonti dell’industria, per saldare i debiti senza riuscirvi. L’esca delle ricche abbazie e dei conventi ben dotati è proprio una tentazione.
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