Il Flauto magico non è un’opera massonica

di Luca Bianchini e Anna Trombetta

Il flauto magico di Mozart non era un’opera massonica quando fu eseguito nel 1791. Lo divenne nell’Ottocento. Allora lo si interpretò come lavoro massonico. Solo nella seconda metà di quel secolo s’è detto chiaramente che Il flauto magico è un’apoteosi della massoneria. Nel Novecento s’è andati oltre, insistendo sull’aspetto esoterico, cabalistico, dei tarocchi. Quelle Interpretazioni però sono semplici speculazioni, non rispondono all’intenzione di Mozart, non hanno valore storico e sono poco credibili.

Iniziazione massonica o pura speculazione?

L’idea che Die Zauberflöte rappresenti sulla scena i rituali d’iniziazione della massoneria è diffusa, ma è la lettura più improbabile, se si studia Il flauto magico in relazione ai fatti e alle fonti del tempo.

Il Flauto magico non è un'opera massonica

L’ipotesi che Il flauto magico sia un’opera massonica prese vigore nell’epoca delle certezze scientiste, ma non corrisponde a quello che si sentiva a fine Settecento. Allora nessun critico parlava del Flauto magico di Mozart in quei termini, e l’opera era considerata una semplice favola.

Criteri di massonicità

I commentatori del Novecento si sono dimenticati di fissare i criteri generali per i quali un’opera possa essere definita “massonica”. Se avessero preso in considerazione le altre fiabe musicali composte in quel periodo mozartiano, si sarebbero accorti che la maggior parte degli elementi considerati massonici nel Flauto si ritrovano tutti tali e quali in opere simili, precedenti e contemporanee. In tutte ci sono contenuti ambigui e per nulla massonici.

Dati soggettivi scambiati per dati di fatto

Chi considera la Zauberflöte uno dei tanti esempi di opere massoniche del Settecento, si dimentica di indicare quali siano le altre opere massoniche settecentesche e che caratteri abbiano. Le valutazioni soggettive sono immancabilmente presentate come dati di fatto, ma se si tiene conto degli altri Singspiel viennesi della fine del Settecento è chiaro che Il flauto magico di massonico non ha nulla. Molte di queste fiabe in musica fanno riferimento a Egitto, maghi, sacerdoti, damigelle, principi, principesse, genietti, ma nessuno li ha mai interpretati come simboli massonici.

Una setta eversiva

Per dire che il Flauto è massonico, non è neppure sufficiente portare come prova il fatto che Mozart fosse massone. In quel periodo molti musicisti e molti librettisti avevano aderito alla massoneria, ma quello che hanno scritto non è massonico. Le loro produzioni teatrali non sono massoniche. Il criterio varrebbe solo per Mozart. E poi lui non era massone della corrente moderata. Era piuttosto un illuminato di Baviera per sua scelta, e non a caso era finito in una loggia viennese controllata da Weishaupt. Si trattava d’una setta eversiva nel cuore stesso dell’Impero.

Simbolo degli illuminati: Il Flauto magico non è un'opera massonica

Un libretto singolare

Le interpretazioni massoniche del Flauto magico sono condotte soprattutto sul libretto, e marginalmente sulla musica. Il testo si dice sia di Schikaneder, ma non è affatto certo che l’abbia scritto lui. Alcuni l’avevano attribuito, infatti, a Gieseke, illuminato di Baviera.

Gli studiosi del Flauto magico oggi escludono il contesto culturale e non prendono seriamente in considerazione i lavori coevi di Schikaneder, i quali non contengono riferimenti massonici nascosti.

Un genere per il popolo

I Singspiel sono un genere popolare perché il pubblico li capiva immediatamente, altrimenti non sarebbero riusciti affatto comprensibili. Era uno spettacolo leggero.

Non ce n’è uno tra i Singspiel viennesi che sottintenda dei riti massonici. La musica obbedisce alle “normali” convenzioni e in scena si vedono le macchine meravigliose, s’odono le voci arcane, gli spiriti, gli incantesimi, i maghi, i saggi che pontificano, e le immancabili prove iniziatiche. Alla base dei Singspiel magici di Schikaneder c’è tutta la tradizione letteraria italiana che era conosciuta e recitata anche a Salisburgo, della commedia dell’arte, e delle fiabe. Altro che tedesca!

Due metri due misure

A rigore di logica tutti questi Singspiel coevi al Flauto magico dovrebbero essere o tutti delle opere massoniche, o nessuno. Perché per Mozart non si usa lo stesso metro?

Mozart obbedisce evidentemente ad altri criteri. I testi e le musiche sue non si analizzano, si celebrano in coro. Eppure i simboli che si trovano nel Flauto magico, letterari e musicali, ci sono pure altrove, e non c’entrano un bel nulla con la massoneria.

La teoria eliocentrica dell’Accademia

Se Mozart è divenuto un dio, una schiera di sacerdoti s’è fatta in quattro a venerarlo per iscritto, e a celebrarne le gesta. Le Accademie sono terrorizzate che qualcuno possa metterne in discussione la divinità, contestando la teoria eliocentrica, con Mozart a far da sole e gli altri musicisti a girarci intorno.

L’importante è crederci

Come per i testi sacri, anche per Mozart sono fiorite centinaia di interpretazioni che vanno a sostituirsi ai fatti, creando così il mito dell’eterno divin fanciullo. Sono queste speculazioni fantastiche, e poco credibili, che si sono appropriate del Flauto magico, trasformandolo da semplice fiaba di genere popolare, come andava ai suoi tempi, in seriosa opera nazionale e massonica tedesca. L’importante è crederci.

Per approfondire ti invitiamo a leggere Mozart Il flauto magico.

Mozart Il flauto magico
Luca Bianchini, Anna Trombetta
Editore: Youcanprint
Pagine: 318, Brossura
ISBN: 978-88-27826-52-2
(continua…)