Obbedienza

Extermination of Evil Tenkeisei

L’Obbedienza cieca

Ai tempi di Weishaupt anche i laici sposati appartenevano alla Compagnia di Gesù. Des Noyers, segretario di Stato sotto Luigi XIV era uno di quelli, che facevano gli stessi voti dei sacerdoti gesuiti, nei limiti del loro stato. Vale a dire di obbedienza assoluta al padre generale e ai superiori della Compagnia.

Il laicato

I laici erano obbligati a supplire ai voti di castità e di povertà con tutti i servigi e la protezione che potevano assicurare ai superiori. Soprattutto dovevano dimostrare sottomissione assoluta al confessore. Si impegnavano a essere puntuali in certi esercizi di devozione, che il confessore impartiva e che poteva adattare, aumentare o ridurre a piacere. Questi laici erano un mezzo politico segreto, discreto e indiscreto nelle mani dell’Ordine.

Essi non potevano nascondere nulla ai religiosi, né i propri sentimenti, né quelli altrui. Riferendo le minime conoscenze al confessore, per le faccende spirituali, e ai superiori, per quelle temporali, erano obbligati a comportarsi secondo le indicazioni dei confratelli.

La remissione dei peccati

Luigi XIV era stato spinto ad aggregarsi alla Compagnia di Gesù. Essa vantava privilegi sicuri per la salvezza dell’anima. E ciò gli avrebbe assicurato l’indulgenza plenaria e il perdono dei suoi delitti.

«Terribili delitti dell’arte dell’ingannare, che valgono a insinuare gesuiti ignoti, in tutti i ceti la cui ignoranza fa docili a ciascuno degli importanti servigi che quelli ne sanno trarre». Essi persuadono che v’è certezza di una salvezza certa senza bisogno di pentimento, senza riparazione, senza penitenza di qualunque disordine si sia commesso. E predicano una abominevole dottrina la quale per interessi temporali inganna i peccatori sino alla tomba. «Li porta nell’abisso in una serenità profonda, per un cammino seminato di fiori». [1]

Obbedienza assoluta. Non obbedire ai superiori portava alla dannazione, almeno secondo gli illuminati. Immagine della Extermination of Evil Tenkeisei al museo di Tokyo

Il ruolo di demone, prima di Weishaupt, l’aveva assunto il confessore gesuita di Luigi XIV, padre Tellier, il cui aspetto «non prometteva nulla di buono, e che mantenne la sua promessa. Avrebbe fatto paura a chi l’avesse incontrato nel bosco. La sua fisionomia era tenebrosa, falsa, terribile: gli occhi ardenti, cattivi, tutti di traverso: si restava colpiti nel vederlo».
(Louis de Rouvroy duca di Saint-Simon, Mémoires, a cura di M. Bonfantini, Torino 1973).

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Cfr. Libro di riferimento Luca Bianchini, Anna Trombetta Mozart Il flauto magico, Lecce, Youcanprint, 2018.

Gesuiti

Gesuiti il monogramma IHS
Gesuiti, altro esempio del monogramma IHS
Per simboleggiare l’Ordine, i Gesuiti adottarono il ome di Gesù scritto in lettere greche, ΙΗΣ (dal nome completo ΙΗΣΟΥΣ). La Σ (sigma) è scritta come S. Nei primi secoli della Chiesa IHS era un simbolo segreto
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Il giorno delle streghe

Per i Gesuiti del Settecento, il nome degli illuminati derivava da Lucifero, nel senso di portatore di luce. A qualcuno suonò strana la scelta del primo maggio, per fondarne il Movimento: quello nei tempi antichi era considerato il giorno delle streghe.

Ma Weishaupt non aveva nulla a che fare con diavoli e spiriti. Agli occhi dei cattolici egli era un fenomeno odioso alla natura, ateo senza rimorsi, ipocrita profondo, senza nessuno di quei grandi talenti che danno alla verità dei celebri difensori.

Egli possedeva tutti i vizi e tutto l’ardore che danno dei grandi cospiratori all’empietà e all’anarchia. Nemico della luce era simile al gufo sinistro, che il sole istupidisce e che svolazza all’ombra della notte.


Questo malvagio sofista non sarà noto nella storia se non come il demonio, per il male che ha fatto e per il male che progettava di fare.
(Agostino Barruel Memorie per la storia del giacobinismo, Londra 1797).

Riportiamo qui sopra un giudizio assoluto e implacabile contro Weishaupt. Lo pronunciò il gesuita Augustin Barruel (1741-1820). Egli si riferì a Weishaupt e alla sua dottrina, che, dal punto di vista dei contenuti, ricalcava gli insegnamenti di François-Marie-Arouet de Voltaire (1694-1778) e Jean-Jacques Rousseau.


Gesuiti esperti nell’arte del dominio

Per quanto riguarda invece la forma Weishaupt copiò le regole dei Gesuiti, la Massoneria e i simboli delle scienze occulte. Weishaupt considerava la società gesuitica una specie di società segreta. Nonostante le apparenze, quello era un Ordine religioso sui generis.

Nato dall’ideale cavalleresco di Sant’Ignazio di Loyola, s’era trasformato degenerando nel fatto storico ben noto di una congrega di pii machiavellici esperti nell’arte del dominio.
(Gianni Vannoni, Le società segrete dal Seicento al Novecento, Firenze, Sansoni, 1985).


Gesuiti, libro delle regole
Gesuiti, il libro delle regole di Sant’Ignazio

Cfr. Libro di riferimento Luca Bianchini, Anna Trombetta Mozart Il flauto magico, Lecce, Youcanprint, 2018.

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