La satira di Mozart

Tamino nel Flauto Magico di Mozart

Il gusto popolare

Pochi si sono accorti della valenza satirica del Flauto magico. È necessario invece leggere quest’opera secondo il gusto e le idee del tempo. Quel lavoro non può essere avulso dalla realtà che circondava Mozart. Quando un’opera lirica va in scena deve per forza di cose incontrare il gusto del pubblico. La gente vuole capire i contenuti di uno spettacolo per il quale ha pagato il biglietto. La satira di Mozart è quindi piuttosto semplice, ammesso che si conosca la storia burrascosa di quel tempo.

Criteri di massonicità

Non possiamo immaginare un lavoro di Schikaneder confezionato per i massoni. Schikaneder, la cui paternità del libretto è dubbia, era stato allontanato dalla massoneria. Che ragioni avrebbe avuto per esaltarla? Qualcuno pensa sì fosse reso colpevole di comportamento indegno, per via di certe sue avventure licenziose.
Tutti i lavori teatrali di Schikaneder rappresentati a Vienna contengono simboli generici, mitologici, ma non massonici. Lo stesso vale per la produzione dei teatri concorrenti, che presentano piramidi, sacerdoti, iniziazioni, viaggi mistici, numeri magici, gufi e animali esotici. Occorre perciò domandarsi perché soltanto Il flauto magico sia considerato opera muratoria.
Bisognerebbe prima di tutto stabilire un criterio di massonicità, ma nessuno sinora l’ha fatto. Come mostriamo nel volume Mozart Il flauto magico non c’è autore che abbia portato prove certe del simbolismo massonico nel Singspiel di Mozart. I critici si limitano in genere alla semplice speculazione.

Il flauto magico di Mozart va visto così com’è, cioé in senso letterale. Semmai vi si possono trovare scherzi e giochi dilettevoli di teatro, che rappresentano la vita del tempo e i fatti successi attorno al Salisburghese, nel contesto di quell’anno 1791.

La teoria della massonicità del Flauto magico è messa definitivamente in dubbio dal fatto che mancano dati oggettivi e criteri condivisi per i quali un’opera sia massonica e un’altra invece no.


Gli spettatori avranno riso di alcuni particolari che vedevano in scena. Il flauto magico è un’opera satirica e Mozart vi rappresentò la realtà, la storia contemporanea, i fatti legati alla Rivoluzione con i suoi protagonisti, ad esempio, tra gli altri, il conte di Cagliostro. Quando Il flauto magico fu eseguito, il mago fondatore del rito Egizio era prigioniero a Castel Sant’Angelo. Tutto esteriore è il legame tra l’ambientazione egizia del Singspiel e la massoneria di Cagliostro, che serve da pretesto superficiale per templi e piramidi.

Mozart e la Satira: anche il personaggio di Tamino può essere interpretato da un punto di vista satirico.
Tamino, suona il Flauto magico

Il coro degli illuminati

La Chiesa, allarmata dalle intenzioni rivoluzionarie delle società segrete, aveva diffuso messaggi in tutte le ambasciate del mondo, mettendo in guardia i governanti contro gli illuminati di Baviera. Cagliostro si era dichiarato infatti capo degli Illuminati,  e tutti gli adepti cercavano ora di prendere le distanze dal mago. Volevano evitare d’essere accusati di truffa, nel caso fossero stati accomunati a quell’imbroglione. Quasi obbedendo a un unico segnale, molti illuminati produssero scritti contro Cagliostro e soprattutto testi di genere satirico. Insomma lo diffamarono in coro proprio nell’anno 1791.


La satira

Di Cagliostro si parla nel Singspiel di Mozart e del personaggio si discute in dettaglio nel volume Mozart il flauto magico. Il libretto mozartiano rientra quindi nel genere di satira così caratteristico del teatro popolare che a fine ‘700 era tanto di moda a Vienna.
Mozart impiega la satira efficacemente per prendere in giro Cagliostro.

Le diverse letture

Wolf Rosenberg osserva che il libretto del Flauto Magico può interpretarsi benissimo “da capo a fondo, come una presa in giro della Massoneria medesima”. Le più aggiornate interpretazioni capovolgono la distribuzione: “Mozart non è più il devoto fratello massone, ha aderito alla setta degli illuminati di Baviera, adepti di un comunismo totale e di una rivoluzione mondiale, al cui cospetto Trotzki e Lenin ci fanno la figura di apprendisti sbadati”.

Mozart e la Satira: il Flauto magico satireggia alcuni protagonisti della Rivoluzione.
La Rivoluzione francese

In Mozart Il flauto magico mostriamo che la simbologia, contenuta nella musica e nel libretto, è “illuminata” e non serve a difendere la massoneria, neppure ad esaltarla: va letta così com’è senza pretendere di trovarci degli errori o delle incongruenze.
Il libretto, seguendo i simboli illuminati, risulta molto lineare, perfettamente coerente e comprensibile. Goethe ammise che “il testo era pieno di inverosimiglianze e di scherzi, che non tutti sanno intendere ed apprezzare”.

Conclusioni sulla satira di Mozart

Il libretto si prende gioco di quegli aristocratici facili ad essere turlupinati, come gli iniziati uomini e donne del rito egizio di Cagliostro. Le Nozze di Figaro s’erano scagliate contro la nobiltà, Così fan tutte pescava dalle idee dei frankisti e del Fratelli asisatici. Il Flauto Magico è invece un’opera in cui trionfa la coppia Papageno e Papagena, che, essendo personaggi poveri e semplici, non si interessano delle prove egiziano-massoniche del Conte di Cagliostro.

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Luca Bianchini, Anna Trombetta
Mozart, Il flauto magico

“Libro molto interessante! Come del resto lo sono anche gli altri pubblicati dagli stessi autori. Consigliato per chi vuole andare oltre le apparenze”
(Simone)

“Ho letto e riletto il libro, perchè non semplice e ricco di contenuti. Condivido quanto esposto dagli autori anche se su determinati aspetti preferisco tenermi ancora qualche dubbio (Bobbio docet 😀 ). L’opera semplicemente espone i fatti in maniera oggettiva, ponendo il punto di vista su un gradino più alto e razionale. Non ho ancora avuto modo di leggere gli altri libri pubblicati dai due musicologi, ma sicuramente entreranno nella mia wishlist!!”
(Miranda)

L’Affare della collana

Louis_Rene_Edouard_de_Rohan
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Riferimenti all’affare della collana (1785), sono evidenti nel Flauto magico di Mozart. Allora non si parlava che di quello, ed era la novità del momento. Il grosso scandalo della vigilia della rivoluzione, aveva colpito anche Goethe. Gli era parso una farsa tremendamente significativa e tutt’altro che piccante. Il suo Groß-Kophta, protagonista dell’omonima commedia, è il ciarlatano conte di Cagliostro, il quale non era conte più di quanto Casanova fosse cavaliere.

Sarastro ha molto a che fare con il Groß-Kophta goethiano, alias di Cagliostro. Con lui condivide abitudini, particolari, e aspetti che affiorano qua e là nel libretto del Singspiel di Mozart.

Il fascino dell’improntitudine

Le figure di gabbamondo, come Cagliostro, hanno sempre esercitato un fascino sui poeti di temperamento assolutamente opposto, quasi si compiacessero di una vita anarchica, ch’essi non hanno potuto gustare. Cagliostro riuniva in sé tratti che, immediatamente prima della rivoluzione, davano colore a un’epoca. Vi era l’improntitudine dell’introdursi nella buona società, la cabala, il misticismo, il gioco delle società segrete, uno sfacciato speculare sui guadagni smisurati, il ruffianesimo, l’alta politica e i più bassi istinti e tutto ciò rappresentato da Cagliostro, un tipo affascinante, il quale attirò nella sua cerchia anche l’indagatore di anime Lavater.

Louis_Rene_Edouard_de_Rohan
Il cardinale di Rohan invischiato
nello Scandalo dell’Affare della collana

Ma Goethe gli scrisse: «Io ho segni, per non dire notizie, di una gran massa di bugie, che si insinua nell’oscurità. Credimi, il nostro mondo morale e politico è minato dal di sotto con passaggi sotterranei, cantine e cloache».

L’affare della collana nel Singspiel di Mozart

Di queste cloache, passaggi segreti e altre amenità tratta la Zauberflöte mozartiana, e lo si vede chiaramente nel libretto. Certi passaggi richiamano infatti la commedia del Gran Cofto che Goethe dedicò all’Affare della collana e al mago conte di Cagliostro.

L'Affare della collana e Cagliostro nell'ambito delle società segrete. Nell'immagine una mummia in una stanza segreta nella città antica di Praga
Passaggi segreti nella vecchia Praga

Mozart Il flauto magico

Per approfondire, Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart Il flauto magico, Lecce 2018.

Cagliostro e Sarastro, oppure Rostro?

Immagine di Uroboro è un simbolo antico. Rappresenta un serpente che si morde la coda, formando un cerchio che non ha inizio né fine
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Nel Flauto Magico di Mozart il particolare del mago Sarastro, i riti della Massoneria egiziana, le logge maschili e femminili, gli incantesimi di giovinezza, i digiuni e i silenzi, le prove occulte, la collana rubata (come il raggio dorato del Lulu di Wieland) e altre analogie richiamano la commedia satirica del Gran Cofto, che Goethe scrisse quello stesso 1791 e pubblicò nel 1792, per narrare gli inganni, alfine smascherati, del mago Rostro, ossia di Cagliostro

Immagine di Uroboro è un simbolo antico. Rappresenta un serpente che si morde la coda, formando un cerchio che non ha inizio né fine
Uroboro è un simbolo antico. Rappresenta un serpente che si morde la coda, formando un cerchio che non ha inizio né fine

Cagliostro fonda la massoneria egizia

Il poeta satireggia l’associazione segreta di quel Rostro, intendi Cagliostro o Sarastro, che fonda una setta occultistica, cui aderisce una nobiltà credulona e superstiziosa: «Ich sag euch, daß ihr eure Grobheit zeitlebens zu büßen haben werdet! Mir so zu begegnen! Dem größten aller Sterblichen! Wißt, ich bin Conte di Rostro, di Rostro impudente, ein ehrsamer, überall verehrter Fremder, ein Meister aller geheimen Wissenschaften. Ein Herr über die Geister».

Il Flauto magico è una satira in musica

Con tono satirico, ciarlatanesco attacca soprattutto i fautori goffi e ipocriti della Rivoluzione e gli aspetti vacui, esteriori e inutilmente coreografici degli occultisti.

e Goethe non s’era certo divertito

«Già molto tempo prima dello scoppio della rivoluzione, prima ancora del viaggio di Goethe in Italia, era giunto svolazzando sino a Weimar un pamphlet in cui si trattava del malfamato ‘affare della collana’. Lo si lesse e ci si divertì di questa vergogna dell’orgogliosa corte francese. Goethe non si era assolutamente divertito. Si aggirava come fuori di sé. Gli sembrava di sentire lo sguardo agghiacciante della Gorgone, i suoi amici lo consideravano leggermente pazzo.

Maria Antonietta

Che cosa era poi accaduto? Un’abile truffatrice aveva messo nel sacco la leggera Maria Antonietta. Tutta Parigi rideva, il mondo della corte di Versailles rideva, gli stessi fratelli del re prendevano parte all’umiliazione del loro stolto fratello e della sua consorte. Si scherzava con il fuoco, ma di ciò nessuno aveva sospetto. Si recitava la commedia anche realmente sul palcoscenico.

Cagliostro lo scandalo della collana: Louise Elisabeth Vigée-Lebrun, Marie-Antoinette dit à la Rose
Louise Elisabeth Vigée-Lebrun, Marie-Antoinette dit à la Rose

La recita dello sfrontato Figaro di Beaumarchais, un’ulteriore indicazione rivoluzionaria, venne spuntata dalla regina, avida di divertimenti, perché ella voleva comparire in scena di persona, contro la volontà del suo, in genere così ottuso, consorte, il quale era pur tuttavia rimasto turbato e scosso nella sua apatia».

Mozart Il flauto magico

Per approfondire, Luca Bianchini, Anna Trombetta, Mozart Il flauto magico, Lecce 2018.